"Io ho sposato per due motivi. Il primo erano i biscotti, che si facevano per il ricevimento. Il secondo era la vestina scampanellata. Il terzo, poi, era che a Ignazio Chiaramonte lo preferivo". [...]
Complice del figlio, inventava pretesti col marito Ignazio, confezionava ad hoc i malesseri del piccolo Carmelo, febbri misurate col termometro immerso nella tazzina del tè. Allora Ignazio andava da solo a lavoro nei campi; la scusa di badare al bambino malato esentava margherita dall'incombenza di seguirlo. Lei e Carmelo restavano a casa, il malessere miracolosamente guariva, e insieme facevano i biscotti. Biscotti, e non solo. [...] Impastare, tagliare, sfornare, avranno sempre il sapore dei gesti di Margherita. "La sua - dice Carmelo (futuro grande chef, ndb) - è la cucina imperfetta delle madri, quella di cui nessuno parla mai." Quella da cui noi tutti veniamo.
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