[pensando alla sabbia Gialla di domani]
Va e viene la risacca, insiste
l’acqua a ingoiare impronte, chi
non ha resistito ai ripetuti
assalti del freddo, del buio
appartiene al passato. Dubbio
su dubbio volano via le ipotesi
di fuga, le giornate. La piazza
e il porto dopotutto restano
lo spazio da attraversare. Viene
la luce dell’estate, chi non c’è
più ogni tanto è ricordato.
Contarsi di nascosto, destreggiarsi
con le porose forme, con il limite
vuol dire esserci ancora, qui.
michele sovente
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